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domenica 27 gennaio 2013

MONOFONIA E STEREOFONIA


PARLIAMO DELL’AUDIO

MONOFONIA E STEREOFONIA

L’audio è la propagazione nello spazio di suoni, rumori, comunicazioni e segnali  percepiti tramite l’ orecchio umano ed animale causati dalla natura o da strumenti o semplicemente dal genere umano ed animale stesso. Parlare di audio in modo astratto e generico è sicuramente dispersivo e comunque l’uomo spesso definisce come audio musica, informazioni verbali e suoni catalogabili in diverse fasce di studio ed adatti alla meccanizzazione ed alla riproduzione. Tralasciando per ora la bellezza della natura e le potenzialità del nostro splendido apparato uditivo ove il suono può avere molteplici origini, mi concentro solo in un unico aspetto dell’ audio, quello sicuramente più vicino al mio mestiere che include la ripresa microfonica e la diffusione tramite speaker o cuffie e la registrazione analogica o digitale.

A questo punto possiamo parlare di segnali e sorgenti. Sappiamo che un microfono spesso capta in modo monofonico ed un compact disk ha un suono stereo ma cosa significa? La monofonia è la ripresa e la diffusione di un unica informazione sonora. Questo suono può essere percepito da un unico microfono o in registrazione destinato ad un'unica traccia e divulgato da un solo altoparlante. Anche se più diffusori possono essere collegati in cascata (parallelo) per coprire l’ascolto in ampi spazi, il suono sarà sempre lo stesso.
La monofonia è stata la prima tecnica che l’uomo scoprì e sicuramente la più semplice ed importante anche se oggi, specialmente nella diffusione di suoni si usano altri sistemi. Qualche nostalgico cantante degli anni ’50 ancora usa questo tipo di sistema per i suoi spettacoli convinto di riuscire a dare al pubblico lo stesso ascolto e che in questo modo uno spettatore a destra della sala non sia né svantaggiato né privilegiato rispetto a quello di sinistra…
In ogni caso un microfono dinamico o panoramico nella maggiore delle ipotesi è sempre una sorgente monofonica e quindi divulgandola in modo stereofonico si avrà sempre un ascolto mono, o per meglio dire falso-stereo. Se provate a registrare un segnale del genere in una traccia audio mono del vostro registratore, vi accorgerete che sarà molto utile modificare il pan pot del vostro mixer. Infatti mantenendo un pan centrale (left e right) il segnale risulterà più debole rispetto ad un segnale monofonico in cui il pan del mixer è posizionato solo su left (o right). Se provate inoltre ad invertire il vostro pan vi renderete conto che il segnale all’ entrata del vostro registratore è uguale a zero.

La stereofonia invece prevede la diffusione di segnali più complessi con molteplici informazioni sonore destinate a diversi altoparlanti posizionati in modo diverso. Spesso si può riassumere definendo l’ascolto stereofonico da due sorgenti una sinistra ed una destra. Questa si basa su il principio del nostro sistema di udito parallelo (due orecchie e due emisferi celebrali). Molto utilizzato per spettacoli dal vivo in quanto da la sensazione di un ascolto spaziale completo e conforme all’ aspetto visivo rivelando le posizioni relative ad ogni singolo musicista. Maggiori saranno i segnali e di conseguenza le sorgenti, maggiore sarà il senso avvolgente dell’ ascolto. Provate ad ascoltare un cd in cuffia chiudendo gli occhi. Avrete sicuramente un immagine mentale chiara di un gruppo sul palcoscenico. Devo dire comunque che molti musicisti alle prime armi con poca esperienza dal vivo ed abituati ad un ascolto stereofonico casalingo, fanno molta difficoltà a comprendere un sistema di ascolto diverso. Sono impacciati sul palco, insoddisfatti e nervosi e poco attenti a trovare i loro punti di riferimento uditivo persino dalla loro linea monitor (mono)! Forse da spettatori sono felici di ciò che ascoltano dalle loro band preferite ma da protagonisti si devono sicuramente disintossicare dell’ idea che tanti altoparlanti non determinano un ascolto preconfezionato. La cosa peggiora se si propone loro un ascolto stereofonico anche sul palcoscenico tramite due “side speaker” . Disturbati dall’ emissione naturale dei loro amplificatori o strumenti acustici e dalle loro posizioni sul palco potrebbero persino avere problemi ad andare a tempo. Ho conosciuto un gruppo musicale che addirittura invece di comprendere il problema ha cercato di farsi costruire strumenti stereofonici…
La stereofonia comunque è impiegata in molteplici contesti. Dalla musica alla radiofonia, dalla televisione al cinema. Derivate da questa scoperta del 1931 dell’ ingegnere inglese Alan Dower Blumlein sono la quadrifonia scoperta negli anni ’70 oggi di scarso utilizzo e la tecnica dolby system o surround molto impiegate nel cinema. 

          
                                                                          Roberto Iacomucci

martedì 15 gennaio 2013

PARLIAMO DELL' AUDIO


PARLIAMO DELL’ AUDIO

È affascinante per un fonico o per una qualunque persona che si voglia immergere in una ricerca quante informazioni si possono ottenere navigando nell’infinito mare del web e di quanto può essere soddisfatta la sete di conoscenza. Addirittura ci si può perdere dietro un concetto o una parola chiave sino ad arrivare all’ essenza, alla sua infinita storia e curiosità insperate.
Questo è quello che mi è successo digitalizzando su un motore di ricerca la semplice parola AUDIO. Nella scuola tecnica che ho frequentato si limitarono a spiegarmi che l’audio non è altro che il propagarsi di vibrazioni emesse da una sorgente sonora e percepite a distanza da un dispositivo capace di decodificarle. E che il nostro “limitato” orecchio riusciva a decodificare solo i suoni di una certa portata. Da qui in poi solo calcoli su transistor ed integrati, resistenze, diodi e condensatori e sezioni di cavi…in amplificatori e traduttori con mia unica soddisfazione sentire alla fine parlare di watt o di hertz. Forse avrei dovuto fare studi classici per sentirmi dire che AUDIO dal latino significa ASCOLTARE. L’ informazione sonora può viaggiare o sottoforma elettronica all’interno di dispositivi o nello spazio in onde elettromagnetiche o chiaramente in questa ultima epoca sottoforma di LUCE all’ interno di FIBRE OTTICHE.
 Ed è prima forma di comunicazione per noi umani o animali, fonte di svago, descrizione e magnificenza per coloro che operano nella musica o nelle arti visive e forma medica per chi opera in questo settore. Naturalmente prima ancora di poter pensare a quest’ ultima ipotesi (argomento che tratterò) si è studiato tanto per potere propagare informazioni più lontano possibile ed infatti il primo progetto a riguardo è stato proprio il telefono. Poi la REGISTRAZIONE. È inoltre curioso riuscire a capire ciò che succede nel cervello umano durante l’importante lavoro che il nostro orecchio fa incondizionatamente ed incessantemente facendoci percepire ogni suono, ogni sfumatura sino ad arrivare al nostro piacere o al nostro disgusto. A questo riguardo consiglio a tutti di leggere i libri scritti da uno dei più importanti otorini del nostro tempo: ALFRED TOMATIS.
O addirittura studiando i benefici o malefici della parola pronunciata e di quello che succede nel nostro corpo pronunciandola o ascoltandola, o del perché un tavolo ha quel suono…
Senza soffermarci comunque in meandri così vasti o calcoli matematici e grafici e semplificando la vita di noi addetti ai lavori sporchi, possiamo semplificare estremamente la cosa dicendo che la potenza di emissione di un suono, quindi la sua forza viene misurata in WATT o KILOWATT e la sua FREQUENZA in HERTZ o KILOHERTZ. Una bassa frequenza è un suono grave di pochi hertz mentre un suono acuto è di alta frequenza. Nella trasmissione di segnali a lunghissima portata (come ad esempio il segnale radiofonico o televisivo lanciato da un emittente) viene impiegato una frequenza portante nell’ ordine dei MEGA o GIGAHERTZ ma questo è un altro studio. L’audio essendo in stretta relazione con l’elettronica può essere a sua volta analogico o digitale. ANALOGICO risente dei cambiamenti temporanei in ogni istante mentre in DIGITALE (nato con il primo computer nel 1941) un suono (o un segnale elettronico) viene codificato in eventi che hanno come portata temporale UNO o ZERO e queste informazioni sono raggruppate in byte (un byte è uguale a 8bit).

Mi occuperò nei prossimi articoli di parlare di suoni monofonici e stereofonici, di registrazione audio analogica e digitale di mixer e di manipolazioni audio che nel cosso del tempo ho utilizzato e sperimentato.