COME
REALIZZARE UN PROPRIO C.D. MUSICALE
La prima mia domanda è stata: ma hai già registrato i
tuoi brani in uno studio? No, mi rispose ho solo delle tracce o delle basi realizzate
con il mio piccolo computer…
La seconda domanda, tanto per capire…cosa vuoi farci
con il tuo cd? – venderlo nei negozi che conosco o ai miei concerti. Fu la
risposta.
Terza stupida domanda…ma sei iscritto alla S.I.A.E.?
no, guardandomi con occhi sospettosi come se si immaginasse che io abbia
pensato di rubare le sue canzoni!
Io non ho nessuna intenzione di impossessarmi del tuo
materiale, se voglio della musica la compongo, gli risposi ma se tu hai questo
presentimento, che qualcuno ascoltando la tua musica possa farla propria,
innanzi tutto devi tutelarla! Iscriviti prima all’ente come compositore,
deposita i tuoi brani e poi costruisci il tuo disco.
Come faccio? Mi chiese…Beh, dopo esserti iscritto
pagando la relativa quota, deposita i brani con adeguato spartito, ove basta
segnalare la melodia e l’accompagnamento tramite i moduli prestampati che trovi
nelle sedi S.I.A.E.. Poi devi trovarti uno studio di registrazione e creare la
registrazione multitraccia, il missaggio e l’editing. Cioè un prodotto dove le
sonorità ti rispecchiano, gli arrangiamenti ti soddisfino ed il master finale
suona come un disco vero di quelli che compreresti tu stesso in un negozio.
Tanti artisti adottano studi diversi per queste
operazioni ma potresti anche trovarti bene in un unico studio, se trovi feeling
con i tecnici…
Una volta che hai realizzato il master devi pensare
alla copertina, al suo formato, alla grafica, le foto, i testi se vuoi
includerli, le note…insomma tutto ciò che vuoi rappresentare visivamente. È
un’altra operazione importante se pensi che molte persone acquistano dischi
solo per la copertina!
Terza cosa, la più fisica ed industriale è stamparlo.
Ci sono diverse ditte che fanno questo servizio, hanno bisogno delle prime due
cose e cioè master audio, copertina realizzata in bianco/nero o quadricromia
con le misure esatte per la stampa, (ti daranno loro una delma per questo)
sapere se vuoi un digi-pack o una confezione standard e di una delibera
S.I.A.E.
Senza quest’ultima non stampano niente, oltre ai bollini
che devono appiccicare singolarmente al prodotto. A meno che non ti metti tu
stesso a duplicarli uno per uno. Un po’ come una volta si realizzavano i
demo-tape su nastro a cassetta ma ciò ti impedirà di poter vendere i tuoi
dischi nei negozi specializzati, al massimo potrai venderne qualche copia
sottobanco ai tuoi concerti e se poi realizzi il master da solo, senza
conoscere le basi di registrazione e missaggio, dovrai “scusarti “ come si
faceva negli anni ’80 con gli acquirenti dicendo che la qualità è scarsa!
Alzate il volume del vostro stereo, oppure, attenuate i bassi e così via…
Chiunque spenda soldi per un prodotto esige che questo
funzioni bene altrimenti dovrai regalarlo a chi ti viene ad ascoltare o agli
amici, se non vuoi fare brutta figura.
A questo punto la sua domanda di rito. “ma quanto mi
costa?”
Lo scoglio più importante per un musicista che si
autoproduce.
Non saprei quantificare così su due piedi… ma quanti
brani hai intenzione di incidere? “Otto”. Fu la risposta, “forse nove…”
Beh, nove brani da un amico che ha uno studio ti
costeranno circa 4000 euro…( se è abbastanza bravo) conta che ci vuole del
tempo. Poi la copertina…altri 3/400 euro da un grafico al quale tu dai tutte le
indicazioni ed immagini, senza servizio fotografico o quant’altro. Solo per
l’assemblaggio e poi c’è lo stampaggio. Di quante copie? 100 mi rispose. Cento
costano come 500 gli dissi. Devi contare la masterizzazione necessaria agli stampatori,
poi un costo per ogni copia ed il costo per ogni bollino S.I.A.E., ma non
conviene stamparne poche copie perché il costo più alto per lo stampaggio è
proprio il master. quello che con i vinili si chiamava glass master.
Il costo di stampa per ogni cd è inferiore se il numero
è maggiore.
Ci penserò, mi rispose. Del resto è un
bell’investimento. Sì, risposi, un investimento su te stesso e sulla tua arte
con il quale sicuramente farai un salto di qualità.
Questa è la procedura in poche parole per realizzare un
disco autoprodotto a meno che non si investa qualche migliaio di euro in più e
si crei un piccolo studio personale adatto alle proprie necessità e si
sperimenti sino a che non si ha un prodotto qualitativamente apprezzabile.
Roberto Iacomucci