La pratica
(IL TECNICO CHE SEGUE UNO SPETTACOLO)
Se smetti di fare regia o assistenze
perdi “l’orecchio” per i suoni o la “vista” per le luci. Se lavori tanto perdi
entusiasmo per i suoni e le luci o l’emozione per l’insieme valutando ciò che
vedi e senti solo con occhio clinico.
Da quando suono e mi interesso di
composizione ho perso il gusto dell’ascolto di un brano nel suo insieme ma
faccio attenzione in una canzone all’arrangiamento, ai vari strumenti della
composizione singolarmente, alla registrazione, alla produzione e la scelta dei
suoni.
Nei service, non sempre è importante
chi fa “assistenza” ed essendoti stancato ai montaggi ci sei già immaginato ciò che sarà “costruito”, hai già visto il tuo film e sai che chi farà
regia lo farà sì nel migliore dei modi e con tutto il suo buon gusto ed appunto
per questo se interessante ciò che verrà messo in scena ti riposi, cerchi
qualcosa da mangiare e ti godi lo spettacolo da spettatore privilegiato ma con
uno
sguardo sempre dietro le quinte.
La sfortuna
può essere in agguato e quindi risolvere un problema prontamente senza
allarmismi o panico è ciò che occorre fare, come se ti muovessi di tua
spontanea volontà.
Non
mettetevi mai ad urlare “c’è un problema!”anche
se l’avete davvero durante uno spettacolo, perché lo spettacolo sareste voi.
Se invece
il concerto o l’opera non è interessante ed aspettate con impazienza e finto
interesse che finisca, dovendolo sorbire e guardando l’orologio pensate alla
fatica dello smontaggio, al carico, ed al lungo ritorno a casa, potrebbe
prendervi il panico se durante questo tormento venite a sapere che dovrete pure
scaricare il camion al ritorno in magazzino. È davvero la fine.
In ogni
caso non potete andare via. Se non concordato prima con il responsabile per
esigenze di lavoro o per riposo o dispendio dalla regia non potete abbandonare
il dietro le quinte. Dovete rimanere li.
Se siete
amici e capita che non servite potete sempre chiederlo, non vi verrà negato. Se
siete dei bravi tecnici lo capite da soli che non servite ed anche il tuo capo
lo sa e per questo puoi andare fuori a fumare o bere una birra con un collega
ma tornate sempre prima della fine dello spettacolo. Se ve ne andate senza dire
niente è meglio che non tornate specialmente se lo fai con un service che è la
prima volta che ci lavori. Anche questo fa la differenza fra un professionista
ed uno no.
Se invece
fate regia, anche se lo spettacolo non vi piace, voi avete in mano le redini
della riuscita e lo realizzerete proprio come piace a voi gustandovi il vostro
sapere tecnico; la bambina che storpia una canzone al microfono in un saggio
scolastico, non vi infastidirà più di tanto e non vi scandalizzerà perché il
vostro animo era già in pace da quando eravate partiti da casa proprio sapendo
dove lavoravate. Ma il suono e la responsabilità di quel microfono che conta.
Lo sentiranno le maestre ed i genitori? Loro vogliono ascoltare l’alunna o la
loro figlia che canta sopra una base mal registrata in una audiocassetta di
vecchia data in un teatrino di città.
Spendono
soldi per farla studiare e se oggi al saggio di fine anno non funziona
tecnicamente qualcosa tutti saranno profondamente delusi. I genitori si
potrebbero risentire con le maestre e sicuramente queste con voi e nessuno sarà
felice. Intanto il microfono cade tre volte…
Quest’
esempio vale per ogni tipo di spettacolo, sia importante o meno.
Se invece
godete di dovervi occupare della regia di uno spettacolo o di un concerto di
non vostro gradimento ma con allestimenti importanti allora lì vi godete i
suoni che fate o le luci che scegliete e ve la spassate perché ciò che viene
rappresentato sul palco per voi diventa solo il mezzo per divulgare i vostri
suoni e se fate luci (illuminotecnici) gli darete quella spinta scenica che
loro non hanno.
Qualsiasi
spettacolo senza un seguito tecnico ( scenografie, audio, luci o video ) rende
pochissimo.
La
televisione ed il cinema senza tecnica sarebbero nulli, il teatro pari ad una
rappresentazione giullaresca ed un palco scarno. Pensate ai Pink Floyd od alle
grandi opere teatrali di Pesaro o Milano o Verona. Attori senza costumi, arene
senza scenografie ed allestimenti senza audio e luci…che cosa rimane?
GAG
…non sapevo
più cosa fare! Poi ho capito che non era il radiomicrofono che sganciava ma il
presentatore che balbettava!!! (jimmy)
Roberto iacomucci