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domenica 19 agosto 2012

i luoghi dello spettacolo - il teatro

I LUOGHI DELLO SPETTACOLO – IL TEATRO

Possiamo sicuramente affermare che il teatro è lo spazio adibito a spettacoli per eccellenza. Nato in Grecia fra il sesto ed il quarto secolo avanti cristo, l’anfiteatro greco era formato a gradinate semicircolari o circolari e gli attori, ancora non professionisti recitavano al centro della scena indossando maschere che amplificavano la voce mentre candele e fuochi venivano usati per illuminare.
 Lo spettacolo o la rappresentazione è l’unione fra scrittori ,registi, attori, scenografi, macchinisti, attrezzisti, illuminotecnici, fonici e costumisti che insieme partendo da un testo edito od inedito ideano e realizzano la messa in scena. Questo concetto è basilare per comprendere come la scatola magica viene allestita ed usata. Spesso si ha la sensazione che l’attore o il musicista sia la parte predominante dello spettacolo ed il pubblico segue solo le sue gesta o le sue note. 
Ma ogni opera visiva “live” che si rispetti ha come regola questo meccanismo articolato e complesso. Un cattivo attore o un grande musicista non riuscirebbero ad esprimersi al meglio senza un adeguato supporto tecnico di scena. A mi giudizio non esiste una figura sopracitata più creativa dell’altra. Pensate alle bellissime tele e fondali che raffigurano ambienti o situazioni dipinte dallo scenografo o alle variopinte ed efficaci luci programmate dal light designer o ai suggestivi suoni curati dal fonico. Solo insieme si avrà un opera. Nel tempo la magica collocazione dello spettacolo è cambiata. 
Dall’anfiteatro greco o romano precristiano, nel medio evo le rappresentazioni passano in piazza abbattendo il concetto di spazio chiuso divulgando la magnificenza della cristianità. Ancor oggi possiamo assistere durante il periodo di quaresima le vie crucis itineranti del parroco di paese o città. Di epoca in epoca il rinascimento riporta il teatro in uno spazio stabilito chiuso ove lo spazio scenico ancora in centro alla platea da vita all’interno di corti facoltose alla commedia dell’arte. In Europa sorgono due correnti di pensiero molto importanti: il teatro elisabettiano inglese ed il teatro italiano. 
Con la commedia dell’arte nasce la professione dell’ attore e l’arte dell’improvvisazione che nel seicento poi si consolida in una fiorente e prospera attività. Il teatro che noi ora conosciamo, cioè al chiuso con il palcoscenico frontale non più ad una gradinata ma ad una serie di palchi sempre a semicerchi costruiti su vari settori (ordini) ed una platea nasce nei secoli successivi delimitando anche la differenza fra classi sociali. Lo sviluppo di tecniche e tecnologie affiorano all’interno del palcoscenico ed il ruolo di attore si trasforma diventando specialista nel ricoprire ruoli e personaggi diversi. 
Ed è proprio del teatro del settecento e dell’ottocento che approfondirò gli aspetti tecnici sviluppati nei secoli e che alcuni, ancor oggi utilizzati. Nel novecento, il teatro diventa futurista eliminando o trasgredendo i principi basilari dei secoli passati. L’attore infatti non è più la principale figura, ma il regista, questa nuova professione che è cardine dello spettacolo.
 Colui che con sapienza esprime una sua visione o una sua interpretazione di un testo o di un opera e la realizza coordinando attori e tecnici. Nel novecento grazie forse all’intelligenza al servizio del cuore ogni forma ed ogni pensiero vengono ampliati, sperimentati e resi liberi di esprimersi. 
L’affascinante mondo magico dello spettacolo rende reale ogni finzione, ogni fantasia si voglia “far Federe” al di là delle apparenze e condividere in ogni sua forma espressiva con le varie tipologie di pubblico. L’arte di comunicare artisticamente non ha più confini né territori mantenendo intatte le culture. Il fantastico viaggio del creare tramite elementi rende questo lavoro entusiasmante,  l’espressione del proprio essere e delle proprie conoscenze appagante al nostro animo, alla nostra creatività ed al nostro essere.

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